25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 3| febbraio| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
hoggi solamente ho ricevuto, con la mia solita riverenza, le due ducali date con quell’Eccellentissimo senato, l’una di 9 et l’altra di 22 del passato, et in esse inclusa la copia delle lettere che scrive a Vostra serenità l’Illustrissimo rettor et procurator di Cattaro, concernenti la venuta che deve seguir di breve in questa provincia, di buon numero di famiglie albanese, levatesi dalla Turchia per venir a ricovrarsi nel stato della Serenità vostra, commessendomi che io debba provederli, acciò al suo arrivo ritrovino habitationi et de terreni, manco contentiosi che sii possibile, sino tanto che sii giunto qui l’Illustrissimo signor Alvise Zorzi, destinato [?] con carico particolare in questo proposito. Io, se bene vado vedendo le molte difficultà che sono per incontrarsi nel voler dar recapito a tanto numero di gente, senza che gli sii stato prima proveduto delle cose necessarie, come era molto ben conveniente di farsi, parendomi che alcuno delli capi di queste famiglie, avanti di haverle condotte qui, dovevano venir in questa provincia per provedere de habitationi, se dessignare in qual parte potessero haver terreni che fossero stati di loro satisfattione; et levare ogni contrario che sopra la concessione di essi terreni vi potesse essere, poiché non vi mancheranno contradittioni et è pur di ragione udir quelli che pretendessero usar delle loro ragioni, avanti il spogliarli delli loro haveri; con tutto ciò, essendo passato questo fatto tanto avanti et che come veddo dalle lettere di esso Illustrissimo rettor di Cattaro, queste genti sono per capitar qui di giorno in giorno, io non so che in altro modo se possi provederli delle habitationi che tanto necessitaria subito al suo arrivo, che dar ordine in Puola, in Parenzo, ove, credo, siano per dar prima di capo che subito arrivati, siano ad ogni modo accommodati in quelle case che non sono habitate, et io subito avvisato del suo gionger, se bene mi ritrovo con […] compita sanità, per una rottura di gambe che da un anno in qua mi ha principiato a travagliare, mi conferirò ove saranno capitati per dar tutti quei ordini che saranno necessarii, se fare quel più che potrà da me derivare in suo servicio. Ma se li capi che condurranno queste famiglie non haveranno il modo abbundantemente per sovenirli, vado vedendo che sii per succedere a punto quanto scrissi a Vostra serenità con mie lettere di 4 novembre passato. Gratie etc.
Di Pinguente, a dì 3 febraro 1611.
Piero Bondomier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.