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25 maggio| 1610 Piero Bondimier

Dispaccio del 14 marzo| 1611|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
dalle mie lettere, che le ho scritto hieri, resterà avisata la Serenità Vostra della ricevuta delle ducali, che mi sono state presentate dagli Albanesi venuti ad habitar in quella Provincia; et che sono stati a piedi della Serenità Vostra per rappresentargli li loro bisogni: quali, havendoli trattenuti qui fino a tanto, che è ritornato il leggiero mandato da me in Capo d’Istria, con le ducal per levare li ducati 500 che, d’ordine suo, mi dovevano esser mandati da quel Clarissimo signor podestà per commodo delli suddetti Albanesi e loro compagni; havendo io dato conto, con mie lettere ad esso Clarissimo podestà, il bisogno urgente che si haveva di detti dinari; quali mi ha risposto nel modo, che la Serenità Vostra vedrà dalla qui jnclusa copia della sua lettera, che mi ha mandato. Et perché io vedo questa gente in estrema necessità et bisogno di vivere, aspetterò che dalla somma prudenza di Vostra serenità li sii proveduto nel  modo, che à lei parerà. Non stimando convenirmi di repplicarle quello, che con tanta mano di mie lettere le ho riverentemente et con ogni sincerità, in questo proposito, significato. Gratie, etc.
Di Pinguente, a dì 14 marzo 1611.

Piero Bondomier, Capitano.

Allegato:
Lettera di Girolamo da Mosto, Podestà e Capitano di Capodistria, nella quale egli afferma l’impossibilità di inviare i 500 ducati richiesta dall’ordine del Senato poiché il Consigliere alla cassa della città si trova a Cittanova. 81 c.)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.