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25 maggio| 1610 Piero Bondimier

Dispaccio del 6| aprile| 1611|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
con lettere del Clarissimo podestà di Parenzo sono avisato dell’arrivo, alli 2 del presente, in quel porto di una fregatta con altri 40 Albanesi, tra maschi et femine, de diversa età, che, partitisi dal paese turchesco, si sono imbarcati con consenso dell’Illustrissimo signor rettor et proveditor di Cattaro, per venirsene in questa provincia, come me ne dà esso Illustrissimo rettore con due lettere notitia; avvisandomi inoltre come il padrone della fregatta era stato pagato del suo nollo, et ad essi Albanesi provedutogli di vivere per il viagio. Queste lettere, così dell’illustrissimo Molino, come del Clarissimo podestà di Parenzo, mi sono state presentate da due delli sopradetti Albanesi, che sono novamente venuti insieme con quel Luca di Duimo, che venne in questa provincia con gli altri 87 Albanesi, il mese di gennaro passato; et, dopo havermi dato conto del suo arrivo et dell’essersi sbarcati, et che, conforme a quanto restai in appontamento seco, mentre per tal effetto son stato in detta città, li ha fatti accomodare ancor loro in quelle case dishabitate. Questi sono venuti come gli altri, senza pure una minima cosa necessaria per il vitto, senza animali di alcuna sorte et, per non apportar novo tedio alle Signorie vostre eccellentissime, le dirò che sono pieni di ogni necessità. Mi hanno ricercato che li vogli sovenire di qualche cosa per poter vivere, come da me fu fatto con gli altri, io (Serenissimo principe) per non haver mai havuto li ducati 500 che di ordine dell’Eccellentissimo senato mi dovevano esser mandati dalla camera di Capodistra, non ho potuto né reintegrarmi delli ducati 69 spesi per me in Parenzo, per sovenir le 18 famiglie che prime capitorno, né meno ho potuto in alcun conto proveder al loro bisogno; se bene posso dire che, ogni terzo giorno, mi molestano, et io resto aggravato di convenirgli spostare e dargliene modo di poter ritornar a Parenzo, consolandoli quanto posso con buone parole, ad haver paziencia fino all’arrivo dell’Illustrissimo proveditor general et inquisitore, eletto in questa provincia, et che si aspetta di breve, dal quale saranno sovenuti convenientemente per il bisogno loro. Io faccio quanto poso, perché queste genti non vadino di male, et se io non li havessi aggiutati di un poco di danaro, […] da una condanna; et quello mandato in mano del Clarissimo podestà di Parenzo, acciò con esso li provedesse di pane et altro, come con molta carità mi scrive haver fatto, affine potessero allegramente fare le santissime feste della Pasqua passata, se l’haverebbono passata assai male. So di haver, con più mano di mie lettere, rappresentato il stato di dette genti et il lor bisogno, stimerò [?] di apportar noia maggiore a Vostre signorie eccellentissime, quando volessi di […] in questo proposito rescrivere gli particolari; dalle quali solo […] deve venirne la provisione. Gratie etc.
Di Pinguente, li 6 aprile 1611.

Piero Bondomier, Capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.