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25 maggio| 1610 Piero Bondimier

Dispaccio del 26 agosto| 1611|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
tengho aviso in lettere dell’Illustrissimo rettor et proveditor di Cataro di 14 del presente, ricevute da Luca de Zorzi, Albanese, come costui è inviato qui dal sudetto Illustrissimo proveditor per vedere il sitto di questa provincia, farsi condieder terreni, provedersi di habitatione et di ogni altra cossa necessaria, havendo deliberato, con un Francesco de Paulo suo compagno, voler cavar del paese turchesco 40 famiglie che sarano intorno 200 persone, et condurle in questa provincia, scrivendomi il sudetto Illustrissimo rettor essequir ciò per l’ordine che tiene particolare dalla Serenità vostra in questo proposito, racomandandome la persona del sopraditto Luca affine che resti consolato, et ciò per dar animo ad altri che per quanto Sua signoria illustrissima va presentendo, si preparano far l’istesso con l’esempio di questi, aggiongendomi di più che si persuade che non sarano per aportar quella molestia et travaglio che fecero quelli dell’anno passato, che partirono purtroppo alla sproveduta e privi di ogni sorte di robbe; io, come lo ho veduto, volentieri datoli ogni buona intentione di concedergli terreni et prestarli ogni favore, cossì ho procurato di intender da lui se ha praticha di questo paese dove disegna acasarsi con questa gente, far habitationi, se questi che desegna condure porteran secco animali et altre cosse necessarie, et se haverà […] il medesimo di sovenirli nelli […] bisogni perché li terreni che li serano concessi sarano inculti et convenirano con la lorro industria et faticha redurli a coltura; et dal raggionamento havuto secco trovo costui esser fino a Luca de Duimo, pur Albanese, che condusse l’anno passato le altre famiglie nel territorio di Parenzo, le quali, sebene sono state sovenute dalla molta carità della Serenità vostra de ducati 500 in prestido, se ritrovano però nel stato assai cativo, come li ho con più mano di mie lettere rapresentato, et tolti man con le mie di 4 del presente, che per non aportarli […] tedio non li aggiongerò altro in tal proposito, attendendo sollo il suo commandamento; costui ha servito ancor lui per soldato nella barca armata del capitano Dabo [?], disegna di condur le sopradette famiglie senza animali né instromenti rurali, né con alcuna maggior comodità di quelle dell’anno passato, disse non haver danari, né da condurli, né da provederli di cossa alcuna, ma si promete di essere dalla Serenità vostra agiutato, et per tal causa mi ha detto voler comparer a suoi piedi; so di haver scritto alla Serenità vostra, che sempre che simil gente serano condote in questa provincia, senza capo di hautorità che li sapia regere et habbia comodità di governarli, sovenirli, provedendoli nelle lorro miserie, se ne vederanno pocco buon esito di lorro; et volendo la Serenità vostra suplire a tutti li lorro bisogni, convenirà interessarli molto et quanto si ritrovano farli [?], nel prometter tutti insieme alla restitucione di quanto la Serenità vostra li imprestasse, altretanto per me credo certo sarà difficile il ricuperarlo; mi ha ricercato questo Luca a sovenirlo di un pocco di danaro per venir a Venetia; mi son esentato, non haver in ciò alcun ordine da Vostra serenità. Io ho però fatto spesare con un suo compagno fino è stato qui, e datoli comodità di ritornar a Parenzo; questo tanto ho stimato bene di rapresentar a Vostra serenità. Gratie etc.
Di Pinguente, a dì 26 agosto 1611.

Piero Bondumier, Capitano di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.