25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 4| settembre| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
essequendo riverentemente l’ordine impostomi dalla Serenità vostra con sue lettere di 13 del passato, mandai subito a formar diligente processo sopra le due lettere del Clarissimo podestà di Albona, che in esse ducali mi ha inviato in proposito del piovano et preti di quella terra, il quale processo da me con ogni diligenza veduto et considerato in somma, contiene che, havendo alcuni delli confrati della scola dei […] di quel loco ricercato il pievano alli 4 del passato, che volesse annunciar in chiesa la processione per li 6 del medesimo per andar alla Madonna del lago, per esser suffragati di pioggia per refrigerio della secura che patinano, li fu da esso piovano risposto che lui non voleva, né poteva andar per esser quella procession nuova, et non solita usarsi di fare, et la chiesa in paese arciducale lontana 12 miglia da Albona, per il che il Clarissimo podestà, così ricercato da loro, mandò dui volte a dirli che si contentasse di andar, o mandar altri preti con la processione, ma il mi replicò di non voler andar et che, volendo alcuno dei preti accompagnarsi, che lui non le concederia, né voleva la licenza. Onde li confrati si risolsero di far la processione destinata senza l’intervento dei preti, benché non si, tosto usciti fuori delle mura, furno accompagnati da tre preti di quelli che non sono canonici, né del capitolo, da uno dei quali li fu anco celebrata messa alla Madonna sudetta. Et continuando questa demotione la mattina di 7 detto assai per tempo, un prete Zuane Melazzo, capellano dell’altar di Sant’Antonio nel domo, mentre fusse apparato per dir la messa, li fu detto dal piovano che si dovesse fermare sino al fine del matutino, che all’hora si diceva, sì che la processione partì senza sentir messa; et questi lievi accidenti causorno alquanto di mormoratione nel popolo, il quale comprendo che sia mall’affetto al piovano et canonici, per il tentativo che fanno di voler aggregar a quel capitolo altri loro preti. Che il piovano si capo di fattione et che sia suo nipote habbi con certa rissa causato sollevatione, non appare cosa alcuna di questo. Et sicome mi constato benissimo che le chiese di San Piero et San Saba sono di indubitata giuridittioni della Serenità vostra, così non trovo che il piovano, né altri preti di quel capitolo habbino procurato di […] che siano di ragione del Re dei Romani. Onde, vedendo io tutti questi particolari esser in gran parte diversi da quanto da quel Clarissimo podestà è stato esposto, non mi ha parso venir ad alcuna deliberatione sino ad altro ordene della Serenità vostra, alla quale ho voluto con la mia dovuta riverenza rappresentare quanto in sostanza, usata in ciò ogni essatta diligenza, si ha potuto trovare. Gratie etc.
Di Pinguente, li 4 settembrio 1611.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.