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25 maggio| 1610 Piero Bondimier

Dispaccio del 11 settembre| 1611|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
la Serenità vostra, che si ha compiacciuta con quell’Eccellentissimo senato commettermi la carica della general descrittione di tutti li terreni di questa provincia dell’Istria, con le ducali di 2 del presente, alli 6 da me ricevute, dovrà restar certa che per l’ardente desiderio che tengo di essercitarmi nel publico servitio, et per la mia natural et riverente obedienza, mi sforzerò di impiegarmi sempre con ogni spirito nell’essecutione del commandamento suo e prestar opera tale che le habbia ad apportar ogni maggior sodisfattione. Darò principio al negotio, a Dio piacendo, in Polesana, come capo di questa provincia, verso siroco et levante, et lontano 40 et più miglia da questo castello, havendo di già dato ordene che in quella città mi sia provisto di habitationi et di ogni altra cosa necessaria per me et per la mia famiglia, et ho abbracciato il principio da questa parte, come più faticoso, essendo tutto il territorio polesano de circuito de miglia 100 in circa, et di 140.000 campi di paese tra lavorati et incolti, come ho potuto vedere da certa mia fatica particolare fatta fin hora in tal proposito, di che spero, coll’aiuto di Dio, di darne a suo debito tempo più particolar informatione a Vostra serenità, l’ordene della quale essequirò circa il far la general descrittione di tutti li terreni a territorio per territorio, distinger e separar li terreni vecchi dalli nuovi, sive notali [?] et inutili, con termini et confini notabili, et rilasciarò li terreni vecchi a suoi legitmi patroni et possessori, et così anco li nuovi, come assignarò anco a tutte le communità tanto terreno in un pezzo, che possi bastar per il pascolo dei suoi anemali, dividendo anco questi con segni notabili.
Né mancarò di cattasticar li altri et farli poner in disegno, acciò in ogni tempo si possa riconoscer li terreni della Serenità vostra, la quantità et qualità, et sito loro. Valendomi in tutto dell’auttorità che si è compiaciuta di darmi, così intorno l’inquisir et proceder summariamente contra li transgressori delle leggi et ordini in materia della coltivazione, il rivaler li titoli da possessori, et tutte le investiture già fatte per confirmarle, o nuove carte, se saranno contra le leggi, come nel levar i beni a chi, indebitato, li possedesse o non adempisse l’obligo suo circa alla coltivazione di essi, et confiscar li terreni ai possessori che li lasciassero andar inculti da cinque anni in qua, che è tempo limitato dalle leggi, et parimente nel decider inappellabilmente tutte le differentie che potessero nascer tra nuovi et vecchi habitanti, dove si trattasse di tali terreni et de tutte le difficoltà dipendenti da essi. Né mancarò di usar diligentia intorno la coltivation degli olivi, come anco nel farne impiantar de novi, sopra il qual capo mi riservo a darne piena informatione, mentre mi ritrovarò nel luoco proprio. Starò attendendo il perito, il quale, come stimo, che un solo difficilmente possi attender a questa opra, così spero almeno che sarà altretanto intelligente nella sua professione, per poter ben coadiuvare la mia buona volontà.
Per effettuar le cose sopradette intorno al distinguer e separar li terreni vechi dalli novi et inutili, con termini et confini notabili, cioè di pietra viva, vi sarà bisogno di qualche spesa estraordinaria, nè vi essendo qua il modo di poterne fare, sendo io creditore per le continue spese che straordinariamente mi è convenuto di far di ordene di Vostra serenità, doppo che mi attrovo a questo reggimento, piacerà perciò a Vostre signori eccellentissime di farne quella provisione che le parerà. Mi occorre anco aggiongerli che dovendosi confiscar beni a quelli che indirettamente li possedessero, et che volendo questi usar delle loro ragioni, per giustitia non si potrà negarli, per il ché non so come si possi ben effettuare questo negotio senza haver un fiscale che difendi la ragione della Serenità vostra. Ho parimente inteso l’assegnamento fattomi delli ducati 80 al mese per mie provisioni, et assicuro in parola le Signorie vostre eccellentissime che, sicome mi trattenni l’anno passato per quatro mesi e mezzo continui nella città di Capodistria, di ordene della Serenità vostra con quell’honorevolezza che mi si conveniva, per il negotio importantissimo de sali, che restiva coll’Arciduca Ferdinando, così volentieri mi sarei adoperato anco in questo, senza tal recognitione de lire 16 al giorno, le quali al sicuro non basteranno per supplir alle spese delle cavalcature, che convenirò condur meco così per servitio dei miei curiali, come per altre mie necessarie occasioni, et condur le robbe che mi faranno bisogno per viaggio, non intendendo io di interessar questi miseri nuovi habitanti in cosa alcuna per questo mio novo carico, il quale sarà essercitato darne, se ben difficilmente, per le mie gravi indispositioni, nelle quali mi ritrovo, come dalle fedi degli eccellentissimi medici, che qui occluse le mando, Vostre signorie eccellentissime si degnerano di intender. Rincressendomi di esser involto in moltissimi commandamenti publici, come dall’Illustrissimo maggior conseglio, in questo reggimento dall’Eccellentissimo senato nella pertegation di questa provincia, nell’assignamento de terreni a novi habitanti, nella longhissima et importantissima causa criminale, che restisse già tanto tempo tra il popolo et cittadini de Pirano, ultimamente raccomandata la sua spedizione a me, et pur dall’Eccellentissimo consiglio di 10, raccomandatomi l’importantissimo negotio della Valle di Montona, et altri casi delegati, fin hora inespediti, et per l’officio illustrissimo delle acque di grosso taglio di […] et condotta di essi per servitio di quell’illustrissimo magistrato, tuttavia procurarò con ogni mio spirito, se il Signor Dio mi concederà forza, di redurli alla loro perfettione. Gratie etc.
Di Pinguente, li 11 settembrio 1611.

Piero Bondomier, Capitano di Raspo.

Allegati:

Due scritti dei medici Pietro Verderio e Alvise Bidelli che attestano le infermità di Bondumier. (2 cc.)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.