25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 30 aprile| 1610|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
diedi riverente conto alla Serenità vostra con mie lettere di 27 del presente, della ricevuta delle ducali, con l’ordine che mi vien dato da cotesto Eccellentissimo senato di dovermi conferire, sempre che ricercherò il bisogno, nella terra di Pirano, o dove più mi parerà, per essequire quanto fu commesso all’Illustrissimo signor Alvise Zorzi, acciò sia impedito del tutto il portar sali per mare in Trieste, et altri luoghi arciducali; et, havendo ricevuto il giorno istesso repplicate lettere dalli Magistrati sindici della città di Capodistria, et inteso dalla propria voce del signor Antonio Grisoni, gentil homo di quella città, mandato a posta per tal effetto l’instantia che mi viene fatte, acciò quanto prima mi transferisca in essa città, per dar quei ordini che sono necessarii, per ovviar a contrabandi che sono fatto a questo tempo, per il più da nostri sudditi; essendosi di già principiato a far delli sali il presente anno, et essendogli assai facile e commodo il poter ciò commettere, fino che li sali sono fuori della città, nella qual cosa inviglisano [?] quanto puorno, per il grosso […] che ne cavano; io, per obedir al commandamento della Serenità vostra, per satisfar [?] alla instantia di quella medesima città, me ne son hoggi conferito in questa terra, dove ho ritrovato solo dui barche armate di Albanesi, l’una commandata dal capitano Piero Zarcovich, con soldati 38 (compresa la persona di esso capitano), et l’altra del capitano Paulo Ghini, con soldati 35. Le barche dell’Illustrissimo officio del sal (per quanto ho inteso) l’una è andata verso le Prementore, et l’altra a Grao; non so se sii in servicio publico o suo particolare; quanto prima capiteranno qui, l’impiegherò in quello conoscerò poter maggiormente giovare al servicio publico: di queste due de Albanesi, me ne valerò tenendole occupate in queste guardie; ma, se capiterà vasselli grossi con sali, come se ne va dubitando, senza una buona galia almeno, atta a prestar buon servicio, non so vedere come potrò impedirli con queste poche forze che mi ritrovo, la intratta in Trieste; tanto più che, sapendo essi delle guardie che ne tiene la Serenità vostra, per trattenerli, se ne veniranno ben provisti. Queste due barche di Albanesi non hanno pane, se non per tutto il mese venturo, né qui vi è biscotto di sorte alcuna. Vanno anco creditori della loro paga dalli 20 del presente in qua, et me ne hanno fatto efficace instantia. Hanno anco bisogno di due tende di canevazza per le sue barche, et de un provese et un timon per la barca del capitano Piero sopradetto; delli quali apprestamenti, ne ho voluto veder il bisogno con l’occhio proprio; tutte queste cose sono necessarie, però supplico la Serenità vostra a dar ordine che siano quanto prima inviate de qui, et, in particulare, le sue paghe, per potersi sustentare. Io mi trattenirò qui per alcuni pochi giorni, per dar quei ordini che conoscerò necessarii, con speranza che debbano capitar le galie, et poi me ne passerò in Capodistria, così desiderato da quella mag.ca [?] città, et ascolterò volentieri tutto quello mi sarà ricordato, per poter giovare al suo interesse, et procurerò con ogni mio potere di provedere quanto per me sarà possibile, acciò restino sollevati da così grave loro danno. Gratie etc.
Di Pirano a dì 30 april 1610.
Piero Bondomier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.