25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 18 ottobre| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
conforme al commandamento della Serenità vostra datomi coll’Eccellentissimo senato con ducale di 12 del passato, mi son conferito in questa città per principiar ad essequir quanto in essa si contiene, ma non havendo trovato qui al mio arrivo, né vedendo di comparere il perito destinato, senza il quale non posso operare cosa alcuna, me ne sto qui con mio dispiacere, si può dir, infruttuoso, dubitando anco che intrandosi nell’inverno se sii in questa stagione per operare puoco di buono, scrissi alla Serenità vostra con mie lettere di 11 del medesimo che tenevo per fermo [?] che, per ben essequir il suo volere, non sapeve vedere come si potesse far di meno di un fiscale, perché dovendosi reveder [?] investiture, instromenti [?] di acquisti, fa confiscatione de beni a quelli che malamente li godessero, tenirà esser bisogno di esso per difendere le ragioni della Serenità vostra. Medesimamente li denotai che, dovendosi far qualche spesa straordinaria per metter segni notabili di pietra viva per divider li beni del publico da particolari, et qualche altra spesa che alla giornata potesse occorrere, non havendo io danaro di sorta alcuna per supplire a tal bisogno, saria stato aspettando che dalla Serenità vostra mi fosse promesso, et perché nel voler dar compita essecutione in tutto al suo comandamento, mi premiano [?] far bisogno di valermi delle corti di questi reggimenti circonvicini, non attrovandomi altro che solo dui officiali, supplico la Serenità vostra dar ordine alli Rettori della provincia che, essendo da me ricercati, mi debbano accomodare delle loro corti, acciò la giustitia possi esser tenuta et rispettata, cominciando li novi habitanti banditi dal reggimento di Raspo publicamente, non solo per questa provincia, ma nelle proprie città. Grazie etc.
Di Pola alli 18 ottobrio 1611.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.