25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 30 ottobre| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
essendomi sta’ commesso dalla Serenità vostra con sue lettere che, informato delli aggravii delli habitanti nel territorio di torno di questa provincia, et delli insulti a loro fatti dalli soldati delle barche armate de Albanesi, come nel memoriale di essere lettere inviatomi, debba come quello che son vicino al luogo delli offesi prender in questo negotio quell’ispediente che, stimato opportuno per la sollevatione et sicurezza loro et per il castigo dei colpevoli ancora, e darli poi avviso dell’operato. Per riverente essecutione di che, ho fatto formar diligente processo et trovo che, capitato il mese di agosto prossimamente passato nella valle di torre cinque barche armate di Albanesi, che andavano ad accompagnar le galie della mercantia guidato da un capitano Marino, parte di essi soldati andavano nelle vigne di quel territorio, con violenza di saltari [?] et per forza tollendo delle noselle et dell’uva, mettendosi gli archibusi nella vita con minaccia di ammazzarli; procurando anco di farsi dar del pane senza pagamento da una pistora in detta villa; il che causò che, sollevati alcuni di quei habitanti, li fugorno, ferendone uno di essi; per il che gli altri soldati, unitisi in buon numero, avviato verso la detta villa di zorno [?], chiamorno il Zuppano di essa, assecurandolo sopra la loro fede che non li sarebbe stato fatto alcun dispiacere, ma che il loro capitanio desiderava parlarli. Et con tal fidanza andato esso Zuppano, fu dal capitanio di essi tirato per la barba et, datoli dei pugli nel viso, fu condotto alle loro barche, minacciato da tutti di ammazzarlo. Et partiti dalla sudetta valle, fu condotto a […] tenendolo schiavo per dui giorni, che poi con pierasia [?] da lui data di pagar tutti li danni et interessi di medico et medicine del loro soldato come di sopra ferito, lo lasciorno ritornar a casa, doppo che hebbero una mia lettera assai risentita scrittali a tal proposito. Havendo tentato doppo di astrenzer il prezo di pagamento dei danni come di sopra da loro pretesi, con minacce di haver da nuovo nelle mani il detto Zuppano, come più distintamente appare nel processo che ho inviato all’Eccellentissimo signor proveditor general per essecutione della mente della Serenità vostra, et perché tuttavia continuano con la loro insolenza, mando qui alligata la copia di una lettera scrittami dal Clarissimo podestà di Cittanova, come ho medesimamente fatto all’Eccellentissimo general Venier, insieme col processo. Grazie etc.
Di Pola li 30 ottobrio 1611.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
Allegato:
Lettera di Girolamo Donà, podestà di Cittanova, del 16 ottobre 1611. Racconta di alcune violenze fatte dai soldati dei capitani Marino e Contino di due ormanizze: dopo che questi hanno comunicato a Donà di esser stati offesi dagli abitanti di Torre e di aspettarsi un risarcimento, e che altrimenti si sarebbero vendicati sui Torresani, all’arrivo di alcuni abitanti in città i loro soldati li hanno aggrediti e quasi uccisi. Donà chiede quindi ordini a Bondumier per risolvere la questione. (1 c.)
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.