25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 14 novembre| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
alle 22 hore del giorno di hieri vennero in questa città dui huomini delli habitanti alle Premontore, et mi rifersero come nel porto di Olmo de questa giuridittione si attrovavano tre barche de Uscochi, et che havevano di già preso tre vasselli, dui di poca portada et l’altro a loro giudicio stimavano una marciliana, et l’havevano combattuta per buon pezzo, et alla fine se n’erano impatroniti di essa. L’istesso mi rifferse haver veduto il strenuo Scipion Verzi, capitano della compagnia de leggier de Pinguente, che tengo appresso di me, qual era per suo piacere andato alla caccia in quelle parti. Questa mattina poi, venuto di nuovo il merigo della villa delle Premontore con un compagno, mi ha detto come hieri mattina nel ritorno che facevano alle case loro, da poi haver udito la messa nella villa di Pomer, furno presi da detti Uscochi et tenuti con loro fino alle quattro hore della notte passata, et mi ha rifferto questi esser in numero di 80, del vinadiril [?] et che li vasselli presi sono stati doi da legne et un galioncin da Perasto, che modo se ne passava in Dalmazia et che è quello che ha combattuto, essendo anco restato morto un huomo del detto vassello, et che non sa se da poi che è stato licentiato siano essi Uscochi passiti di queste acque. Questi pochi cittadini, memori del svaliso li fu fatto gli anni passati da questi scelerati, essendo questa città senza porte et tutte le muraglie aperte et rovinate, se erano mezo intimoriti, li quali persuasi da me a non si perdere d’animo et che io mi ritrovava qui, et voleva con loro medesimi correre un’istessa fortuna, che però ogni uno si mostrasse pronto per la parte sua. Mi concessero perciò quei pochi mi sono volentieri armati al meglio hanno potuto, et havendo subito espedito l’avviso in Dignano a quel Clarissimo signor podestà, et ricercatolo, a mandarmi una banda di quelle cernide sotto qualche capo, così mi ha di subito inviato 50 soldati, con li quali et con questi pochi della città si siamo honestamente assicurati di non poter ricever qualche affronto da questi ladri. Se io mi conoscessi atto per far qualche cosa di avantaggio contra questi misti, lo farei volentieri, ma qui non vi è né barche, né gente da potersi promettere alcuna cosa di buono. Ho subito spedito l’aviso alli Clarissimi rettori di Rovigno et Parenzo, acciò avertiscano li vasselli che capitassero in quelli posti per passar in Dalmazia, a trattenersi fino si sii assicurati che questi ladri se ne siano partiti. Ho medesimamente espedito lettere a Zara per via di Albona, poiché per barcha non mi son assicurato di mandarle stando costoro sul passo et dano adosso a quanti vanno et vengono, avisandone l’Eccellentissimo signor general, acciò possi far venire in queste acque qualche vassello armato, per assicurar la navigazione. Gratie etc.
Di Pola li 14 novembrio 1611.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.