25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 17 novembre| 1611|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
dalle mie lettere di 14 del presente, sarà restata avvisata Vostra serenità delle tre barche de Uscochi che si erano trattenute nel porto di Olmo, sotto questa giuridittione, per un giorno continuo, et da poi partite sono passate alla volta di Orsera, nel qual luogo hanno preso et svalligiato un vassello prestano, come la Serenità vostra ne sarà stata del tutto avvisata dal Clarissimo podestà di Rovigno. Da poi fatto detto bottino, sono di novo capitate la notte di 15 detto in una valle sotto la torretta, lontana da ogni porto più de un miglio, et per il tempo fortunevole che hanno regnato da sirocco levante, accompagnato da una continua pioggia, non si sono partiti se non questa notte passata, et hanno tirato, per quanto mi è stato refferto da un patron de barca hora capitato in questo porto, che se ne viene da Ossero et che li ha scoperti sotto Ponta negra, appresso Albona, et crede certo habbino a dar di capo a Fiume. Questi tristi erano guidati, per quanto ho potuto sapere da dui capi soliti star in Segna, l’uno nominato Horaclo Polisano et l’altro Vicenzo Cregianovich, erano in numero di 80. In questo territorio non hanno fatto danno alcuno, seben havevano tolto ad un pastore tre manzi da lavoro et dettoli al detto pastore le seguenti parole: “Dirai al Signor capitano di Raspo, che sapiamo trovarsi in Pola, che ne habbi per escusati, perché la fame non ha occhi”. Et andato il patrone di essi a ritrovarli, glieli hanno restituiti. Se io havessi conosciuto poter in qualche maniera raffrenar l’ardire et insolentia di costo, lo haverei fatto molto di buona voglia, ma qui non vi è né gente né barche atte a tal servizio. Gratie etc.
Di Pola li 17 novembrio 1611.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.