1612 Francesco Priuli
Dispaccio del 7| novembre| 1612|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
essendo li giorni passati stati svaliggiati dalli soldati di Pisino due da Pinguente, scrissi al luogotenente quanto dalla copia che le mando le Signorie vostre eccellentissime potranno vedere, dal quale, se ben non ho havuto ancora risposta per esser egli andato a Fiume; non ho però voluto mancar fra tanto darne conto alla Serenità vostra, come farò poi anco di quanto risponderà et succederà in questo negotio, et in un istesso tempo scrissi a quel messer Nadal Greblo da Rozzo, che come già avisai la Serenità vostra si abbocò col signor di Luppoglao, che dovesse far con lui condoglienza di simil proveder hostile; il quale, havendomi dato risposta dell’operato, mi ha anco dato l’aviso che le Eccellenze vostre illustrissime potranno vedere dalla copia delle lettere che le invio per loro compiuta informatione, et se bene non ve sono nel resto altri acidenti, vivendosi di ogni parte quietamente; mi è parso però doverne dar anco di questo particolare riverente conto alla Serenità vostra, alla quale aggiongerò anco che questi arciducali vano fortificando di monitione, arme et soldati tutti li suoi luoghi a questi confini; il fine mo di queste sue attioni, lasciarò che dalla sua somma prudenza delle Eccellenze vostre illustrissime sia penetrato, non restando anco di dirle, acciò sappino tutte le voci che di qui corrono che, essendomi stato questi giorni riferto che a Sonosechia, luogho arciducale, vi fossero 2.000 et più soldati, che dovevano poi calare a questi confini; per non mancar della debita diligenza in alcuna parte, mandai persona discreta a posta per questo effetto in Senosechia, […] che ritornata mi riferse non esservi alcuna soldatesca, ma che però haveva inteso che in alcuni luoghi della Puica da Lubiana in qua vi era cavalaria et fantaria, se ben non si faceva alcuna […] né di ferri, né di altro; questo è quanto che mi occorre hora rapresentarle; nel resto, così di quanto intenderò con fondamento, come di tutto quello che succederà alla giornata, gliene darò diligente aviso. Gratie etc. Di Cappo d’Istria, li 7 novembre 1612,
Francesco di Priuli, Capitano di Raspo, Podestà et Inquisitore.
Allegati:
Illustrissimo signore, (1 c.)
ho inteso con molto mio dispiacere che sabato passato, venendo Iseppo Germanis et Andrea Sotilich da Pinguente, sotto buona fede, alla fiera di Antignana sotto quel contado, li soldati di Pisino sotto vermo le habbiano tolto scarpe et campane che essi portavano per mercantia, di che, se ben si solo doluti avanti Vostra signoria, non hanno ricevuto altro che parole che debbano venir a Pisino, dove, havendola aspettata tutta la domenica, non è comparsa, onde, risoluti di venir a casa il lunedì, li predetti soldati, non contenti di quanto havevano operato precedentemente, getato da cavallo il sudetto Andrea, non solo li hanno tolti li dinari alla somma del 200, ma lo hanno anco malamente bastonato, come havrebbero parimenti fatto all’altro suo compagno quando con la fugga non si havesse salvato; il che tutto essendo contra il buon vicinare et contrario a quello che è stato usato da me, poiché, essendo state tolte certe tele [?] vicino a Pinguente, dinari et cavalli ad un cranzo [?] da quelli che erano sta svaliggiati, et abbruciati nel carso da Uscochi, il tutto li è stato da me fatto restituire, et formato anco contra il delinquente processo; et essendo anco state prima levate in Albona a certi mercanti fiumani telle per 2.000 et più ducati, il tutto li è stato cortesemente, senza alcuna spesa, restituito, et ciò è contra anco la parola data da Sua altezza alla Serenissima republica, di non offendere li casi sudetti come vicendevolmente li è stato promesso et osservato; però ho voluto ricercarla a far non solo quanto prima restituire il mal tolto alli predetti Germanis et Sotelich, ma far ancora quella dimostratione di far quella resolutione che comporterà questo termine […] et che forse li dispiaceria, perché se ben io, conformandomi con la volontà publica, amo la pace et quiete, non potrò però mancar come publico rapresentante di non difender li suditti di questo stato, et far risarcire di quanto le sarà stato indebitamente tolto, et a Vostra signoria mi offro [?] et raccomando.
Di Cappo d’Istria, li 31 ottobre 1612.
A Vostra signoria illustrissima,
Francesco di Priuli, Capitano di Raspo, Proveditor et Inquisitor nell’Istria.
Tergo: all’Illustrissimo signor, il signor Luogotenente di Pisino.
Illustrissimo et eccellentissimo et […] mio ossequiendissimo, (1 c.)
ho riceputo una da Sua signoria illustrissima a dì 3 del corrente, nella quale ho inteso il tutto in proposito del signor Zuane da Lupo glao. Hieri è passato sotto il nostro castello con otto a cavallo et quattro pedoni, dove gli ho parlato di quanto Sua signoria illustrissima et eccellentissima mi diede ordine in presenza del luogo tenente et al fiero [?] delli Corsi et di molti altri, però del danno delli nostri da Pinguente, dove lui fra le altre parole mi rispose che li dispiace, perché queste cose non sono con consentimento del suo Prencipe, et che subito scriverà al luogo tenente di Pisino, il qual luogho tenente hora si trova a Fiume, acciò le proveda dell’error fatto. Poi aviso a Sua signoria illustrissima et eccellentissima, come habbiamo inteso che questi giorni è passato per Monte maggior 300 soldati alla volta di Pisino, et subito habbiamo mandato il presente messo, il qual ha voluto intender la verità. La generatione di questi soldati sono di Segna, di Carlitot [?] et di Cragn, o vero Piuca; et con questo fine a Vostra signoria illustrissima et riverentissima le baccio le mani, pregando il Signore che la conservi in sua gratia.
Di Rozzo [?] li 7 di novembre 1612.
Di Vostra signoria illustrissima et eccellentissima,
humilmente servitor, Nadal Greblo.
Tergo: all’Illustrissimo et eccellentissimo et […] mio ossequiendissimo, il signor Francesco di
Priuli, Capitano di Raspo, Proveditor et Inquisitor nell’Istria.
Cappo d’Istria.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 7
Trascrizione di Francesco Danieli.