6 marzo| 1605 Francesco Boldù
Dispaccio del 10 marzo| 1606|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
Dal concorso de sudditi arciducali a far mercato et levar da questa città sale sentono non meno benefitio questi sudditi che li dacii della Serenità vostra, li quali quanto più la città da forastieri frequentata viene tanto maggior augumento riceveno et li medesimi sudditi grandemente restano consolati, sendo che servendosi de grani et altre vitovaglie che loro portate vengono dai forastieri et quelle comprando colla valuta del sale vengono a cavare utile et guadagno considerabile in questo tempo a punto che per la tempesta de l’anno precedente sono restati privi di quelle altre rendite colle quali sogliono viver assai felicemente; tratenendo io in buona formatione et vedendosi anco dall’effetto che questo concorso è così ralentato che rari et pochi semi sono quelli che vi vengono perciò che contra la gratia concessa già del 1589 nell’eccellentissimo Collegio del sale a questa città, per la quale fu terminato che dal luoco di Segna per l’Istria sino a Trieste et Duino non potesse esser fatto alcun mercato di sale, sono alcuni mercanti che però non ho potuto penetrar chi siano, fanno gran condotta con bertoni da Barleta et Ttapani et Bucari alle quali tutti per essi sali vi concorono et perciò così per l’instanza fattami dalli rapresentanti questa città come per l’interesse deilli dacii della Serenità vostra glie ne ho voluto dar conto, perché si compiaccia farne quella provisione che stimarà conveniente. Gratie etc.
Di Capo d’Istria a 10 marzo 1606
Francesco Boldù Podestà et Capitano
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro