6 marzo| 1605 Francesco Boldù
Dispaccio del 26 aprile| 1606|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
L’ordine della Serenità vostra per deliberatione del Senato di 17 instante è stato da me ricevuto questa mattina alle 16 et ho di subito ritrovato monsignor reverendissimo Vescovo e coll’amonitione comandatami fattali saper l’intention della Serenità vostra nelle minaccie del Pontefice, portandoli l’interesse publico con quella gratuità di parole c’ho stimato più propria del caso e dell’obligo che egli come buon cittadino deve alla patria, concludendo l’officio col pretesto della publica indignatione in caso d’alcuna novità di pregiuditio alle cose della Serenità vostra. M’ha risposto di non haver fin hora ricevuto commissione alcuna et che è un buon figliolo della Republica, ricordandomi che se fosse posta qualche cosa di notte sarà senza sua volontà et che debba in ciò star avvertito. Le ho soggiunto che è necessario che sia fatta parte a lui come capo ecclesiastico in questa città della volontà pontificia et che voglia in fatto mostrarsi bene inclinato alla Republica, come promettono le sue parole e s’aspetta il Senato. Ho poi anco a gli altri preti et a tutti i priori et guardiani di conventi e monasterii et a capellani di monache intimato io stesso le medesime cose, severamente commettendoli l’essecutione del publico volere et per cavalaroto a posta avanti il chiuder di queste ho spedito le commissioni istesse a gli altri Rettori della provincia, ne passerà di mani che i curati della diocese tutta saranno avvertiti per il rispetto c’ha proveduto la Serenità vostra dell’obedienza che da loro si ricerca. Io starò oltra tutte le provisioni bene all’erta che non ne segua alcun disordene e d’ogni incontro che succedesse, coll’avisarla anco dell’esecutione che mi sarà denonciata da Rettori, le ne spedirò diligente aviso. Gratia etc.
Di Capo d’Istria il dì 26 aprile 1606
Francesco Boldù Podestà et Capitano
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro