6 marzo| 1605 Francesco Boldù
Dispaccio del 10 luglio| 1606|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
Mi fa geloso l’interesse della Serenità vostra et mi stimola ad osservar ogni cosa finché minima che mi pare poter in qualche modo pregiudicar all’intentione di lei. In questa città vi sono alcuni gentilhuomini c’hanno gusto curioso d’haver in rapporto le nove del mondo et si dilettano anco in publica piazza nelle raunanze far parte a gli altri di quelle voci che servono più all’humore degli auttori loro che d’aviso. Tra queste si mescolano ben spesso congetture audaci di secreti di principi et si portano di modo che nei petti delle persone più credule s’attaccano così che discorrendo loro sopra di quelle spargono poi anco appresso gli altri quei semi istessi che si conformano con la passione di chi scrisse quelle vanità. Ho veduto ultimamente in alcune di queste carte, che sono da me state abbruciate, in proposito del travaglio c’ha mosso il Pontefice certi giudicii del senso c’hanno di ciò Principi christianissimi con altri particolari concernenti mutatione di volontà de soggetti stranieri c’hanno obligo di servir la Serenità vostra nei bisogni, che me ne sono contaminato grandemente che vadino attorno in questo stato cose sì fatte. Onde ho subito prohinito a questi tali il ricever per l’avvenire e leger in publico rapporti, commettendole che devano scriver a chi gli li mandava che cessino et che vedendone pure debbano portarli a me. Mi sono mosso principalmente a questa deliberatione per levar via le occasioni che possano sospender gli animi di questi sudditi con dubio che quello che ella ha ordinato del non osservare l’Interdetto del Pontefice sia male inteso da quei Principi, che malignamente s’adducono in esempio da persone interessate che mandano questi scritti et ho voluto voler più tosto peccar in diligenza gelosa che in transcuragine forse pericolosa senza questo remedio. Del che con darne conto alla Sublimità vostra ho voluto rimettermi a quello ch’ella giudicherà della mia bene inclinata volontà. Gratie etc.
Di Capo d’Istria a 10 luglio 1606
Francesco Boldù Podestà et Capitano
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro