6 marzo| 1605 Francesco Boldù
Dispaccio del 12 settembre| 1606|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
Per le risposte c’ho havuto da Rettori della provincia intorno l’essecutione dell’ordene della Serenità vostra in proposito delle pensioni di beni di Chiesa che cavano in questo Stato persone estere, resto informato che solo nelle giurisdittioni di Pinguente, Montona, Muia, Umago, Parenzo, Pola et in alcuna ville di questo regimento si ritrovano beni colla gravezza di pensione obbligata a soggetti di stato alieno. Il tutto di che dovendo esser conservato per riverenza del sequestro commesso da lei presso quei particolari che possedono i beni, ho giudicato esser mio debito et servicio delle cose publiche reverentemente ricordar alla Serenità vostra che sendo questa provincia povera e gli habitanti per il più di molto ristretta fortuna, voglia haver mente ella per l’oggetto che s’ha proposto del beneficio delle chiese sue e di dispensar l’esattione a chi le parerà, di far riponer questo denaro in sicuro e non lo lasciar presso i sequestrarii, quali per la comodità e per il bisogno facilmente potrebbono far qualche pregiuditio alla sua intentione, in modo che quando bisognasse valersi questo denaro fosse smarito con disgusto della Serenità vostra et pericolo del suddito. Per ciò per ogni rispetto stimerei necessario il proveder alla conservatione di queste rendite, per levar quel dubio che di esse nelle private mani io vo prevedendo e m’ha posto la gelosia di ripresentar alla Sublimità vostra il bisogno di remediarvi. Gratie et.
Di Capo d’Istria a 12 settembre 1606
Francesco Boldù Podestà et Capitano
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro