• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

1606 Marco Pasqualigo

Dispaccio del 2| settembre| 1606|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
Gionse da Cracovia il signor Capitano di Pisino a 28 del presente, il quale il giorno seguente fece une revista nella sua giurisditione, ma alli confini di questo territorio, facendo particolar diligenza de formenti et biave de cavallo. Dui giorni da poi fece fare un proclama che tutti quelli che havessero delle biave da vender le portassero da lui, che haverebbe pagato il formento lire 13 et la biava lire 4 il staro, del che ha datto da credere a quelli suoi sudditti confinanti con questo territorio che non sii ordine del suo Principe la prohibitione del non voler che si vendi robbe a sudditti di Vostra serenità, ma un suo interesse per sumar quantità de biade et incanevarle, come ha fatto et intendo suole fare. Ho inteso che è in tratamento de veder del formento ad alcuni de Romagna a lire 20 il staro, il che se fusse bisognarebbe che passi per li mari della Serenità vostra. Io con destra maniera ho procurato con questi nostri che confina con il territorio di Pisino de intender se vi sono altre novità et fin hora non vi è altro, né mancarò di stare avertito per darne conto a Vostra serenità et all’illustrissimi Signori di Raspo et Capo d’Istria, come ho fatto de tutti li accidenti passati et del presente ancora come capi dell’Istria. Hora in Pisino pigliano il giubileo et la prohibitione de non lasciar dir messa a religiosi sudditti della Serenità vostra continua più che mai. Questa valle con il boscho essendo raccomandata dall’eccellentissimo Consiglio di Dieci a questo reggimento nel castigar quelli che fanno danni di tagliar roveri et altri legnami, suole occorrer che essendo confini al boscho Arciducali fanno molti danni et è ordinario di questo reggimento, come si sa chi siano, si scrive al Capitano di Pisino, facendo condoglienza de loro sudditti; è occorso dappoi ritornato di Cracovia che dui suoi sudditti sono stati dalli corsari ritrovati a tagliar sei arbori del boscho con un altro che era incognito alla giustitia, ne feci condoglienza con il sopra detto, il quale subito lo mandò a retenire, li costituì et me ne dette conto con sue lettere mandandomi un messo a posta, notificandomi colui ch’era incognito alla giustitia fattoli confessar dalli retenti et è uno sottoposto a questa giurisditione, del quale non mancarò di darle quel castigo che merita. Havendo veduto questa bona intelligenza che continua con questo signor Capitanio verso li rappresentanti della Serenità vostra vado a pensando che li ordeni datti sii gran parte per li suoi interessi che di ordene del suo Principe; anzi che con l’occasione che alli 3 del presente che sarà dimani si suole fare una fiera a Visinan da giurisditione dell’illustrissimo signor Procurator Grimani et pocho lontana di questo territorio, suole particolarmente venire con merce molti sudditti arciducali et così al loro solito fin hora ne compare molti per esser a tempo a prepararsi locho alla fiera et ne sono alcuni passati per questa terra per vender delle loro merci, come han fatto, tuttavia non mancarò a star occulato et di quanto succederà ne darò riverente conto alla Serenità vostra. Gratie etc.
Di Montona a 2 settembre 1606
Di Vostra serenità devotissimo servitore

Marco Pasqualigo Podestà

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro