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16 novembre| 1606 Zuane Pasqualigo

Dispaccio del 16 dicembre| 1606|

N. (senza numero)

Serenissimo Prencipe,
Senza raggionato non posso prestare alli commandamenti della Serenità vostra la dovuta obbedienza et senz’altro questi popoli rimaneranno più che mai sepolti nelle afflittioni, il suo servitio languente et voto d’effetto et io dalli speculatori imputato di negligentia nel proprio carico, di maniera che al publico commandamento, al bisogno de suddditi et all’obligo del Rappresentante in un istesso ponto si viene a mancare. Ho fatto con publici proclami saper a tutti li habitanti in questa provincia et registrarli in cadauna Cancellaria che la Serenità vostra commanda che li aggravati di haver pagato pene senza che prima habbino fatto la debita satisfattione de capitali debbino comparire a me perché tengo commissione non solo di consolarli, ma di aggiutarli con la sua potentissima mano, in virtù de quali mi sono di già pervenute l’indolentie di molti, le quali non ricevono progresso alcuno nelle sue giustificattioni per il mancamento di così necessario ministro. Un misero fra gli altri si duole e strida fino al cielo d’un Rettore che con mentita scrittura habbia voluto che il fonticaro successore si chiami haver riceputo formento per il valore de ventiquatro mille lire, che l’infelice restò debitore nel far de conti, non ostante che in esso fontico non ve n’entrasse un grano, pretendendo con questa mascherata inventione di haver riscosso il capitolo sudetto, daché lo ho necessitato a chiamarsi sententia volontaria di pagarli sei mille lire di pene. Et perché il mal avventurato non si ritrovava all’hora tanta somma de danaro che li riuscisse bastevole al pagamento le habbino fatto fare un livello sopra li propri beni de ducati seicento et che tuttavia lo astringe a dargli trentasie duceti l’anno di più di quelle ingiuste pene, che senza haver riscosso un bezzo di capitale indebitamente lo ha fatto debitore; eccesso che se dalla formatione del processo che son per fare rimanerrà comprobato, senza manco dandole pena proportionata all’errore, rinverdirò nella mente di questi popoli quanto queste violente attioni dispiacciano alla christiana pietà di quell’eccellentissimo Senato. Questo tanto ho voluto fargli sapere per humile et riverente espressione del stato in che mi ritrovo constituito, del quale se dalla singolar sua benignità venirò proveduto si leverà a me l’occasione di riuscirle molesto con reiterate instantie et a lei l’interrutione del corso de tanti publici et importanti negotii, massime nella congiontura de tempi presenti. Gratie riverentissime[?].
Di Montona li 16 decembre 1606

Zuane Pasqualigo Provveditor


AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 3
Trascrizione di Damiano Pellizzaro