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Provveditore generale in Dalmazia e Albania

Provveditore generale in Dalmazia e Albania

Sin dalla seconda metà del XIV secolo Venezia inviava nei propri possedimenti del Levante (acquisiti dal 1204 e organizzati in reggimenti) una magistratura itinerante composta solitamente da due o tre patrizi, i Sindici o Sindici inquisitori, con compiti di rappresentanza, controllo e di revisione delle procedure e delle finanze dei reggimenti veneziani, nonché con compiti inquisitoriali, ovvero di controllo e capacità giudiziarie. Si trattava di magistrati nominati senza cadenza fissa come diretta emanazione del Senato, con specifiche «commissioni» (ovvero mandati operativi) che godevano di ampio prestigio e forti poteri.

Oltre alle visite dei Sindici inquisitori, i reggimenti levantini di Venezia cominciarono a ricevere visite, anch’esse non regolari ma frequenti, di Provisores – ovvero Provveditori – con compiti specifici di carattere diplomatico o militare e di aiuto a rettori in situazioni di tensione; a volte questi magistrati godevano anche di compiti inquisitoriali.
Una situazione varia, sfumata e sovrapposta nei compiti e nelle denominazioni delle magistrature itineranti che, senza cadenza fissa e con vari compiti di controllo e revisione economica e giudiziaria, visitavano i domini oltreadriatici di Venezia. Con l’acquisizione della Dalmazia, questo modello venne ripreso nella nuova provincia.

Quindi, sin da pochi anni dopo l’acquisizione, il Senato cominciò a inviare in Dalmazia Provveditori, Provveditori generali, Sindici, Inquisitori, Avogadori, Auditori, senza frequenza fissa, per le medesime questioni di rappresentanza, organizzazione dei reggimenti, controllo o inquisitoriali, con mandato ampio in campo militare, giudiziario e amministrativo e con termine prefissato.
Anche in Dalmazia, la distinzione di ruoli e competenze fra i Sindici e Provveditori appare a volte sfumata, come si vede anche dalle loro Relazioni, che rispettano il medesimo impianto; è anche vero, però, che nel Cinquecento si registrano nomine quasi contemporanee di Sindici e di Provveditori, che rispondevano quindi, evidentemente, a esigenze e competenze diverse.
Si registrano vari magistrati, le cui diverse denominazioni illuminano anche sulle caratteristiche del mandato, di cui diamo un elenco certamente non completo.

Nel tempo queste cariche in Dalmazia si trasformarono da eccezionali e limitata nel tempo, a carattere soprattutto inquisitoriale in cariche ordinarie e stabili.
Il Provveditore generale in Dalmazia e Albania – si stabilizzò anche il nome della carica – ebbe sede a Zara per una durata teorica di 24 mesi; rivestiva il ruolo di governatore generale, con ampi poteri civili e militari.

Ebbe sede nel palazzo dei conti Lantana nell’isola di Sant’Eufemia; era l’autorità primaria nella Dalmazia e nell’Albania, con attribuzioni politiche di carattere governatorale, economiche (per imposizione o esenzione da dazi), militari e giudiziarie di seconda istanza nel civile e nel criminale. Vigilava sui contrabbandi per mare e terra e sui delitti criminali marittimi, fatte salve le prerogative del Capitano in Golfo.

Si trattava, di fatto, dell’unica magistratura veneziana veramente di rilievo in Dalmazia e di uno dei tre cardini su cui era impiantato il controllo dello Stato da mar, essendo gli altri il Provveditore (o Capitano) generale da mar a Corfù e il Bailo a Costantinopoli.

«Con splendido e fastoso cerimoniale vestiti della ducale rossa, ricevevano le rappresentanze nella Sala del Trono al Palazzo Generalizio, erano accompagnati per istrada da alabardieri, e in provincia governavano dalla propria galera, attorniati da segretari e notari»  (Giuseppe Praga, Storia di Dalmazia, 1981, p. 190).

Provveditore generale in Dalmazia e Albania