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21 maggio| 1647 Gerolamo Correr

Dispaccio del 21 maggio| 1647|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
mi viene levato il modo di render con promessa sodisfatto il Capo Zorzi d’Abran di Candia con il suo compagno per la custodia da loro prestata all’armi c’hanno accompagnato all’Eccellentissimi Magistrati dell’Arsenal et Artigliarie, levate dalli castelli di Colmo et Dragug, come anco per la consegna che fecero in queste monicioni delli cento moschetti forniti, dieci barilli di polvere et delle due cassette di balle; per che non me attrovo nelle mani dinari publici di qualsi sia ragione che si riscuotono da questo Regimento, non essendomi stato consegnato pur un soldo, né libri di dacii, né altre note di vendite publiche, et meno posso ricever alcuna informatione da questi habitanti per poter impiegare i talenti della mia debolezza nella riscossione de’ medesimi, in serviggio della Serenità Vostra; ma mentre ne capiteranno d’alcuna parte, che non so quando, né da chi, né con qual fondamento, saranno però imediate contati al detto Capo in obbedienza de’ prudentissimi comandi dell’Eccellenze Vostre, hoggi in ducali riceputi.
Ho fatto per riverente essecutione delle medesime prender ogni esata informacione se in questo territorio vi si attrovasse avena e spelta per il sostentamento della cavalleria di Dalmacia et Candia. Attesto a Vostre Eccellenze non esser possibile al presente ritrovarvene minima quantità, convenendo questi habitanti ricorer in altre parti per la proviggione di se stessi et sostentamento delle loro famiglie; mentre al prossimo raccolto se ne potrà far qualche summa per il bisogno sodetto. Tant’apporto con sincierità alla Serenità Vostra bramoso d’ogni maggior impiego per ben servirla. Gracie etc.

Pinguente, a’ 21 maggio 1647.

Gerolamo Correr, Capitanio di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.