21 maggio| 1647 Gerolamo Correr
Dispaccio del 20 luglio| 1647|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
ho dato l’altro hieri la rassegna a questa Compagnia de’ leggeri, ritrovata da me in numero de trenta otto effettivi, e sì come intieramente son sodisfatto e degli huomeni e de’ cavalli, così dell’armi loro, alcune di esse mancanti, di terzette in particolare, ho scoperto in qualche picciola parte difraudato il servitio di Vostra Serenità. Gli ho ripresi, e comminatogli, oltre il cassarli, anco severissime pene, se a nuova rassegna non compariranno con l’armi tutte, che per espresso publico commandamento sono tenuti.
Portano a propria difesa che con una paga così tenue e riscossa con tanta difficoltà non possono sostenersi nella forma che son obligati, et che bramerebbeno per ben servire al suo Prencipe.
Io gli ho consolati, non meno con l’indulgenza, per questa volta a’ loro diffetti, ma con l’esborso d’una paga per cadauno etiandio, dandole anco speranza di presto sodisfare a’ loro crediti vecchi, a conto de’ quali ho pur principiato ad esborsare qualche cosa ad alcuno, nel modo che mi è stato promesso dalla strettezza del danaro che di publica ragione vo riscuotendo.
A somma assai rilevante ascendono questi crediti, massime quelli di questi Capitani; non li porto distinti a Vostra Serenità, perché tali ancora non li ho potuti ricevere da’ Ministri del già Eccellentissimo Malipiero, mio precessore, benché più volte mi sian stati promessi.
Io in tanto non manco di sollecitare la riscossione de’ datii dalle Communità di questa provintia destinati ai pagamenti de’ predetti leggeri, scrivendo a quegl’Illustrissimi publici Rappresentanti; et sì come alcune di esse vanno prontamente sodisfacendo al debito, così alcune altre, in particolare Dignano, Puola e Parenzo, non contano cosa alcuna.
Quest’ultima non ha pagato dall’anno 1598 sino al giorno d’hoggi, per quanto si vede in questi libri. Non so se per avventura in altro modo fosse stato disposto da cotesto Eccellentissimo Senato; ma mentre di ciò non posso di qui haver lume alcuno, veggomi obligato di parteciparlo, come faccio, a Vostre Eccellenze.
Puola è debitrice di mille ducati in circa, Dignano di cinque cento. Rappresento Loro il tutto riverentemente, per quelle deliberationi che per propria prudenza stimeranno aggiustate al loro servitio. Gratie etc.
Pinguente, 20 luglio 1647.
Girolamo Correr, Capitanio di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.