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21 maggio| 1647 Gerolamo Correr

Dispaccio del 2| settembre| 1647|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
in obedienza de’ cenni di Vostra Serenità, ricevuti in ducali dei 8 del caduto, ho con tutto lo studio procurato per diverse vie d’haver lume, et penetrai nelle vere cagioni per quali Parenzo non habbi in tanto corso di tempo contribuito ai pagamenti di questa Cavalleria leggera per la tangente portione, in ragion de’ lire quattrocento cinquanta in quattro ratte all’anno, come ciò appare in questi publici libri, et ho finalmente incontrato l’effetto dell’usate diligenze, havendo trovato, come pure mi segnifica l’Illustrissimo Salamon, Podestà di detta città, esser andata cotanto in resto, quella Communità, nel preaccennato debito, per pura miseria in che si trova; soggiungendomi in oltre il medesimo signore, che la stessa communità né anco può intieramente supplire a sodisfare il suo Reggimento, et che per tali rispetti pure sian state posatte suppliche a’ piedi della Serenità Vostra, a’ fin che restino assonti in publico i datii e l’entrate della città predetta.
Si vede hora donde derivi questa diminutione a’ sodetti pagamenti, fattasi in vero considerabile in sì lungo spatio, e degna insieme, per mio debol senso, del publico prudentissimo rifflesso, in aggionta dell’altre originate da difficili non meno che tarde sodisfationi, rendendosi per ciò sempre maggiori i crediti di essa Cavalleria.
Tanto col solito mio humilissimo dovere rifferisco a Vostre Eccellenze, per quegl’ispedienti proprii et opportuni che la loro singolare virtù giudicherà di prendere in questo proposito, a consolatione di chi milita nel publico servitio.

Di Pinguente, 2 settembre 1647.

Girolamo Correr, Capitanio di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.