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21 maggio| 1647 Gerolamo Correr

Dispaccio del 24 novembre| 1647|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
son’andato sin’hora differendo la mia mossa verso queste parti, con la sicurezza che mi dovessero di momento in momento capitare le publiche commissioni di 24 settembre passato, tanto da me sospirate et humilmente ricchieste a Vostra Serenità, per poter con le forme et regole in esse prescrittemi dispensare i terreni, et stabilire le habitationi alle famiglie Morlache del Capo Filippo Zuppanovich; ma prevalendo il destino alle publiche prudentissime deliberationi et alle mie preavvertenze zelanti, mi sono capitate ben sì le ducali di 5 del corrente, ma non incluse le nominatevi dei 24 settembre sodetto; onde per non ammetter all’affare longhezze et dilationi maggiori, mi son in diligenza portato qui a Galesano, vicino ai sodetti terreni, già da me con la visione del luogo proprio ricconosciuti; havendo tutti questi giorni cavalcato queste campagne senza risparmiare fatica né applicatione per ben servire a Vostra Serenità, et per consolare questi suoi nuovi fedelissimi sudditi.
Quanto alle pretensioni de’ diversi particolari sopra i terreni, vo ascoltando le ragioni d’ogn’uno, et come i loro possessi siano legitimi, et che habbino obedite le leggi de Vostra Serenità, disponenti in questa materia, saranno in esse da me mantenuti, così convenendo al dovere et alla giustitia; ma nei terreni spinosi et non ridotti a coltura per lungo corso di tempo, della cui conditione ho veduto la maggior parte di quelli che ho già in generale concessi a questi Morlachi, non può pretendervi alcuno, devoluti senza dubio, non ostante qualsivoglia investitura, a Vostra Serenità.
A tempo opportuno, per assegnare a tutti i proprii terreni, tanto a quelli che al presente legitimametne ne possedessero, come alli Morlachi medesimi, sarà necessario che ne segua le praticationi, per troncare i litiggi e le cavillose pretese che al presente vado osservando, non sapendo la maggior parte de’ pretensori benché legitimi il sito, o la quantità de’ loro terreni. In mancanza di publico Agrimensore convengo supplicare Vostre Eccellenze a destinarmi qualche soggetto per questa fontione, o permettermi che mi vaglia della persona di Domino Giulio Gravise, feudatario del Marchesato di Pietrapellosa, altre volte destinato per simili occasioni dall’Eccellentissimo signor Bortolomio Donato, mio precessore, et che per quello son informato ne tiene prattica assai sofficiente. Vo intanto compartendo il legname destinato a questa povera gente da Vostre Eccellenze, perché possino con esso costruire le loro case et difendersi dall’ingiurie della stagione avvanzata, alle quali restano esposti in campagna aperta, mentre le loro habitationi sono al presente di picciole barache fatte di foglie, che sembrano più tosto nidi di fiere selvagge che luochi destinati a loro riposo, et m’ha veramente inhorridito di vederli. Il miglio, di cui provano estremo bisogno, non è capitato per anco a Puola; mi fanno istanza che in vece di questo gli facci in qualche altro modo la provisione; soprastarò qualche giorno, et quando non gionga, somministrerogli qualche poca quantità d’altro grano, che andarà a conto del miglio stesso senz’alcun discapito publico. Per poter anco essequire nel resto quanto per avventura incaricato mi fosse nelle preaccennate ducali di 24 settembre, supplico Vostre Eccellenze di nuovo ordine perché mi siano trasmesse.
Oltre alle quaranta nove famiglie venute sotto alla condotta del predetto Capo Zuppanovich, avvisai cotesto Eccellentissimo Senato, in riverentissime lettere di 6 settembre, esservene capitate altre quattro. Vorrebbero queste pure, in tutte le parti et con tutti li privileggi, godere della publica gratia, benché non comprese nelle venute, né in quelle c’hanno a venire sotto alla stessa condotta. Ho procurato di consolarle col promettergli qualche terreno; ma nel rimanente non posso renderle sodisfatte senza espressa publica commissione, di cui riverentissimo supplico Vostre Eccellenze, anco per altre famiglie che in questo modo si portassero in questa provintia.
Con quest’occasione, che io mi ritrovo in queste parti, supplisco anco alla visita ordinaria de’ nuovi habitanti di Filippan et Roveria, acciò tutto il tempo che qui dimoro resti da me speso in servire a Vostra Serenità. Gratie etc.

Galesano in Puolesana, 24 novembre 1647.

Girolamo Correr, Capitanio di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.