21 maggio| 1647 Gerolamo Correr
Dispaccio del 3| gennaio| 1648|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
nel tempo che mi son trattenuto in Polesana, sì come ho procurato di supplire a quanto si avveniva nella diligente visione de’ siti et luochi, et nell’udire le ragioni d’ogn’uno sopra i terreni supplicati dalle famiglie Morlache, così desiderano poterne di essi fare anco immediate l’assegnamento, ma la moltiplicità delle cose addotte et allegate ricchiedendo lungo et maturo rifflesso, ho pure convenuto per questo capo differirne l’effetto, oltre l’obligo, che tenevo, di prima attendere le publiche cenni (!) di 28 settembre, che, aggionte ad altre ducali di 6 caduto, l’altr’hieri finalmente capitate mi sono. Con le preavvertenze in esse prescrittemi ho stabilito l’affare, et assegnato a’ Morlachi tutti i terreni della contrada di Cartagnizza, salve però, et ricertate (?) le ragioni a diversi particolari possessori et confinanti, nel modo che nella copia oclusa dell’investitura stessa si compiaceranno Vostre Eccellenze vedere. Altre proteste molteplici, ma vane et insussistenti, sono state come tali da me reggette; et risoluto di tra servire alla patria, et intieramente adempire i doveri della giustitia, ho n(el) resto posposti tutti i riguardi, come si conveniva a b(uon) cittadino, et al mio senso inalterabile infervoratissimo zelo verso gl’interessi di Vostra Serenità.
Capitate che siano in provincia il rimanente delle famiglie, et stabilita la quantità, et conditione delle persone, et numero et qualità de’ loro animali, farò a cadauna praticare la sua contingente portione, con l’astrattioni a’ vecchi habitanti nella maniera appunto, che ho dicch(iarato) nella medesima investitura, per la cui fontione non res(terò) di portarmi anco di nuovo a Galeran, acciò il tutto passi con ogni buon’ordine, et miglior regola. Supplico in tanto humilissimo Vostre Eccellenze sollecitare il ricapito delle provisioni deliberate, et sarà con publico vantaggio, et comodo di questa povera gente, che vadino a direttura a Pola, già da me per il suo ricevimento raccomandate a questo Illustrissimo signor Conte et Proveditor, et non vagando per la provincia come è accaduto del legname, che prima capitato et scaricato a Pirano, ho però convenuto con nuova spesa trasmetterlo in Polesana. I sei milla chiodi da canale per costruire le case si rendono necessarii, et ne viene da Morlachi sospirato l’arrivo. Gl’instrumenti rurali, con quali haverebbero principiato a lavorar i terreni, sono pure da essi grandemente desiderati, et complirebbe molto al servitio publico che di presente fussero nelle lor mani per terminare l’insanze che sovventioni, per quali dubito, che mai tenaranno di riccorrere a Vostra Serenità sin tanto che non raccolgano qualche frutto delle proprie fatiche.
Per sovvenire il rimanente delle famiglie, che il capo Zupanovich, oltre il numero delle cento già stabilito, si essibisce di bene condurre in questa provincia, crederà per mio humilissimo senso necessaria la trasmissione di altri due cento stara di miglio a Puola, perché passate di qui le famiglie possino senza ritardo con la pronta sovventione del grano riparare al loro bisogno, et non, languendo in esso, sospirare la gratia publica, com’hanno fatto queste prime che vi si sono condotte. Quanto ad altre provisioni di legname, ferramenta, instrumenti rurali o d’altro, attenderò prima le V(ostre) instanze, per vedere se si potesse con quello è stato sin hora trasmesso supplire al bisogno di tutti, bramandosi grande(mente in) me non solo il buon essito dell’affare, ma che egli si termini con tutto il maggiore risparmio publico; per gl’a(...)li converò però somministrare a cadauna famiglia ducati cento, come s’è pratticato con l’altre già capitate. Per quell’occorrenze supplico Vostre Eccellenze destinarmi qualche denaro, mentre quello di questa Cassa non basta per sodisfare questa Cancelleria che legge et altri publici stipendiati. Gratie etc.
Pinguente, 3 gennaro 1647 (more veneto).
Girolamo Correr, Capitanio di Raspo.
Allegato: proclami del capitano di Raspo (3 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.