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Due Castelli

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INQUADRAMENTO STORICO GEOGRAFICO AMMINISTRATIVO

Il canal di Leme, che all’interno terminava con il «porto di Leme», era un’importante via di penetrazione verso l’entroterra istriano. Qualche chilometro dopo il porto, su due salienti di roccia erano state erette due fortificazioni a controllo e tutela della valle: a nord, in età medievale, un castello detto Castel Parentin o Parentin; a sud, in età patriarchina, la fortezza di Moncastello. L’intero luogo, con le case e le chiese che vi si addossavano, venne detto Due Castelli o Docastelli. Dopo l’abbandono di Castel Pçarentin il nome rimase in uso, riservato al solo castello meridionale. Nell’879 la località entrò sotto la giurisdizione del Patriarcato (nel XIII secolo fu oggetto di contese fra il vescovo di Parenzo e soprattutto i Castropola di Pola e i conti di Gorizia, ma rimase sempre sotto giurisdizione patriarchina), mentre sin dal 1251 il podestà veniva nominato da Capodistria su concessione patriarchina. La zona venne di fatto sotto l’influenza veneziana sin dal 1331, con la dedizione di Pola. Nel 1354 il luogo venne devastato dal genovese Doria, nell’ambito della guerra fra Venezia e Genova allora in corso; durante la guerra di Chioggia Venezia lo prese ma la pace di Torino l’assegnò al Patriarca. L’ultimo atto attestante il dominio patriarchino di cui si abbia notizia è del 1397; agli inizi del XV secolo la località chiese la protezione di Venezia.

Contado  
Abitanti  
A Venezia
1413    datosi a Venezia, nella giurisdizione del Capitanato di Raspo; retto da un Podestà inviato dal Podestà e capitano di Capodistria, scelto fra i cittadini di Capodistria.
1420    cessazione della sovranità nominale patriarchina.
1429    conferma degli statuti.
1575    passaggio nella giurisdizione di Capoodistria; la località era decimata dalle pestilenze, dalle ripetute incursioni e dall’insalubrità (700 abitanti nel 1590, tre famiglie nel 1650); continue importazioni di genti nuove (slavi, morlacchi, greci) non risolvevano la situazione ed erano anzi fonti di disordini sociali, tanto che anche dopo questa data i nuovi abitanti rimasero sotto la giurisdizione del Capitano di Raspo.
1639    obbligo al podestà di risiedere nel castello; per l’inospitalità dell’area, infatti, gli abitanti si trasferivano nella vicina Canfanaro, più in altura e salubre; nel luogo rimaneva solo la piccola guarnigione, e il podestà manteneva la propria residenza a Capodistria; dopo questa data, però, pare che in effetti risiedesse a Canfanaro.
1650    saccheggio del palazzo pubblico, vuoto.
1651    feudo del Consiglio nobile di Capodistria, che nominava il Podestà; la concessione avvenne dietro un esborso di 1.000 ducati e l’obbligo d’invio di dieci paia di cotorni (selvaggina) ogni Natale per la mensa del Doge; quest’obbligo passò poi dal Consiglio al Podestà eletto.
1714    abbandono ufficiale della località; trasferimento a Canfanaro della sede del podestà e dell’amministrazione.

Toponimo odierno

Dvigrad, Croazia.